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Mobbing

Si considera malattia professionale quella contratta nell’esercizio e a causa della lavorazione alla quale il lavoratore è adibito. Nella nozione di Malattia Professionale rientrano anche quelle malattie psichiche e psicosomatiche da stress e disagio lavorativo riconducibili al cosiddetto mobbing.   

La parola deriva dall'inglese "to mob" (attaccare, assalire) ed è mutuata dall'etologia, nell'ambito della quale designa il comportamento di alcune specie animali, solite circondare minacciosamente un membro del gruppo, al fine di allontanarlo.

Con l'espressione "mobbing" (o "bullying") si  intende una successione di fatti e comportamenti posti in essere dal datore di lavoro (in sinergia con soprusi e azioni di prepotenza, molestie morali, persecuzioni e violenze psicologiche di singoli elementi dell'organizzazione) al solo scopo di recare danno al lavoratore, rendendone penosa la prestazione; tale condotta deve avere i connotati della sistematicità e della reiteratezza.

La Corte Costituzionale, con la sentenza n°179/88, ha stabilito che devono essere
ammesse all'indennizzo tutte le patologie di cui sia dimostrata la causa lavorativa.
L' INAIL, con la circ. n° 71/2003, riconosce che "la nozione di causa lavorativa consente di ricomprendere non solo la nocività delle lavorazioni in cui si sviluppa il ciclo produttivo aziendale (siano esse tabellate o non) ma anche quella riconducibile all'organizzazione aziendale delle attività lavorative.

I disturbi psichici quindi possono essere considerati di origine professionale
solo se sono causati, o concausati in modo prevalente, da specifiche e particolari condizioni dell'attività e dell'organizzazione del lavoro.

Si ritiene che tali condizioni ricorrano esclusivamente in presenza di situazioni di incongruenza delle scelte in ambito organizzativo, situazioni definibili con l'espressione "costrittività organizzativa".

Le situazioni di "costrittività organizzativa" più ricorrenti sono le seguenti:

-          Marginalizzazione dell’attività lavorativa;

-          Svuotamento delle mansioni;

-          Mancata assegnazione di compiti lavorativi, con inattività forzata;

-          Mancata assegnazione degli strumenti di lavoro;

-          Ripetuti trasferimenti ingiustificati;

-          Prolungata attribuzione di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale;

-          Prolungata attribuzione di compiti esorbitanti o eccessivi anche in relazione ad eventuali condizioni di Handicap psico-fisici;

-          Impedimento sistematico e strutturale all’accesso a notizie;

-          Esercizio esasperato ed eccessivo di forma di controllo;

 

SITUAZIONI ESCLUSE

"Sono invece esclusi dal rischio tutelato:

•fattori organizzativo/gestionali legati al normale svolgimento del rapporto di lavoro (nuova assegnazione, trasferimento, licenziamento);

• Le situazioni indotte dalle dinamiche psicologico-relazionali comuni sia agli ambienti di lavoro che a quelli di vita (conflittualità interpersonali, difficoltà relazionali o condotte comunque riconducibili a comportamenti puramente soggettivi che, in quanto tali, si prestano inevitabilmente a discrezionalità interpretative )".

 
 
 
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